Il calendario gregoriano è il calendario ufficiale della maggior parte dei paesi del mondo. Esso prende il nome da papa Gregorio XIII, che lo introdusse nel 1582, con la bolla papale Inter gravissimas promulgata dalla sua residenza di Villa Mondragone (presso Monte Porzio Catone). È una modificazione del calendario giuliano, che era in vigore in precedenza, in accordo con la proposta formulata da Luigi Lilio.Si tratta di un calendario solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni. L'anno si compone di 12 mesi di durate diverse (da 28 a 31 giorni), per un totale di 365 o 366 giorni. Gli anni di 366 giorni sono detti bisestili: è bisestile un anno ogni quattro, con alcune eccezioni (la regola esatta è spiegata più avanti). Particolare della tomba di papa Gregorio XIII relativo all'introduzione del calendario gregoriano Durata dei mesi I mesi del calendario gregoriano sono: 1. gennaio (31 giorni) I giorni di ciascun mese sono identificati da una numerazione progressiva, a partire da 1. Così ad esempio il primo giorno dell'anno è il 1º gennaio, mentre l'ultimo è il 31 dicembre. Vi sono diversi metodi per ricordare agevolmente la durata dei mesi. Uno utilizza questa filastrocca: trenta dì conta novembre la cui variante più moderna è: trenta giorni ha novembre Un altro utilizza le nocche della mano e gli avvallamenti fra di esse. Le nocche indicheranno i mesi lunghi, gli avvallamentii mesi corti. Il metodo vale anche partendo dalla nocca dell'indice e procedendo in senso opposto, basta ricordare di "andare a capo" una volta giunti a battere "luglio". La foto sotto dovrebbe chiarire lo schema. Anni bisestili Secondo il calendario giuliano, sono bisestili gli anni la cui numerazione è multipla di 4: l'anno giuliano medio dura quindi 365 giorni e 6 ore (la media di tre anni di 365 giorni e uno di 366). Questa durata non corrisponde esattamente a quella dell'anno solare medio, che si ricava dalle osservazioni astronomiche: quest'ultimo infatti è più corto di 11 minuti e 14 secondi. Di conseguenza, il calendario giuliano accumula un giorno di ritardo ogni circa 128 anni rispetto al trascorrere delle stagioni. Dal 325, anno in cui il Concilio di Nicea stabilì la regola per il calcolo della Pasqua, nel 1582 si era ormai accumulata una differenza di circa 10 giorni. Questo significava, ad esempio, che la primavera, in base alle osservazioni astronomiche, non risultava più iniziare il 21 marzo, ma l'11 marzo. Così la Pasqua, che sarebbe dovuta cadere la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, veniva spesso a cadere nella data sbagliata. Venne dunque stabilito di: Storia La questione della progressiva regressione dell'equinozio di primavera dovuta all'imprecisione del calendario giuliano era nota e dibattuta fin dal concilio di Nicea (325). Nel 1582 l'equinozio astronomico cadeva oramai l'11 di marzo, con un anticipo di dieci giorni rispetto all'equinozio convenzionale del 21 marzo, stabilito dal Concilio di Nicea quale base per il calcolo della Pasqua. Papa Gregorio XIII si rese conto che la Pasqua, di quel passo, avrebbe finito per essere celebrata in estate. Decise quindi che era giunto il momento di affrontare la questione. Per riformare il calendario giuliano papa Gregorio XIII nominò una commissione di esperti, presieduta dal matematico bavarese Cristoforo Clavio, gesuita. Ai lavori diedero un contributo decisivo il medico calabrese Luigi Lilio e il matematico perugino Ignazio Danti. L'introduzione Il calendario gregoriano entrò subito in vigore il 15 ottobre 1582 (5 ottobre secondo il calendario giuliano) in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia - Lituania e Belgio - Olanda - Lussemburgo, e negli altri paesi cattolici in date diverse nell'arco dei cinque anni successivi (Austria a fine 1583, Boemia e Moravia e cantoni cattolici della Svizzera a inizio 1584, ...). Gli altri paesi si uniformarono in epoche successive: gli stati luterani, calvinisti e anglicani durante il XVIII secolo, quelli ortodossi ancora più tardi. Le Chiese ortodosse russa, serba e di Gerusalemme continuano a tutt'oggi a seguire il calendario giuliano: da ciò nasce l'attuale differenza di 13 giorni tra le festività religiose "fisse" ortodosse e quelle delle altre confessioni cristiane. Il caso svedese Il febbraio 1712 in un almanacco svedese: si nota il 30 febbraio Il Regno di Svezia (che all'epoca comprendeva anche la Finlandia) decise, nel 1699, di passare dal calendario giuliano al calendario gregoriano; tra i due calendari vi era all'epoca una differenza di 10 giorni (il calendario gregoriano era in anticipo su quello giuliano). Per recuperare questi 10 giorni, si decise inizialmente di eliminare tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740: in questo modo si sarebbe recuperato un giorno ogni 4 anni; dal 1º marzo 1740 il calendario svedese sarebbe coinciso con quello gregoriano (secondo altre fonti, si sarebbe invece eliminato un giorno da tutti gli anni dal 1700 al 1710). Venne quindi eliminato il 29 febbraio 1700, ma, negli anni successivi, si dimenticò di applicare il piano, anche perché il re Carlo XII, che l'aveva voluto, era impegnato nella guerra con la Russia. Così sia il 1704 che il 1708 furono bisestili. Riconosciuto l'errore, si prese quindi la decisione di tralasciare questo piano che causava soltanto molta confusione e di tornare al calendario giuliano. Per recuperare il giorno saltato nel 1700 si stabilì quindi che nel 1712 venisse aggiunto a febbraio un secondo giorno, oltre a quello dovuto perché quell'anno era bisestile. Così, nel calendario svedese del 1712, febbraio ebbe 30 giorni. La Svezia passò infine definitivamente al calendario gregoriano nel 1753, saltando i giorni dal 18 al 28 febbraio.
La riforma sovietica Dopo che la Russia nel 1918 aveva adottato il calendario gregoriano, nel 1923 la formula per decidere quali anni centenari fossero bisestili fu ufficialmente modificata, ottenendo il Calendario rivoluzionario sovietico. In esso, tra gli anni divisibili per 100 sono bisestili solo quelli che divisi per 9 danno come resto 2 o 6. Il primo anno di discordanza con il calendario gregoriano sarebbe stato il 2800. Ma già dal 1940 il Calendario rivoluzionario sovietico fu abbandonato e si ritornò al calendario gregoriano. Il calcolo Per modificare la durata media dell'anno, venne cambiata la regola che decide gli anni bisestili: secondo la nuova regola, gli anni la cui numerazione è multipla di 100 sono bisestili soltanto se essa è anche multipla di 400: vale a dire, sono bisestili gli anni 1600, 2000, 2400... mentre non lo sono gli anni 1700, 1800, 1900, 2100, 2200, 2300... Tutti gli altri anni la cui numerazione è multipla di 4 rimangono bisestili. (Per i secoli precedenti resta valido il calendario giuliano quindi gli anni 1500, 1400, 1300... sono tutti bisestili.) In questo modo ci sono 97 anni bisestili ogni 400 anni, invece che 100. L'anno gregoriano medio è quindi di 3/400 di giorno, cioè 10 minuti e 48 secondi, più corto di quello giuliano: la differenza dall'anno solare è di soli 26 secondi (in eccesso). Questa discrepanza equivale a circa un giorno ogni 3.323 anni, quindi essendo stato istituito nell'anno 1582 occorrerebbe sopprimere un giorno soltanto nell'anno 4905. Inoltre, in 400 anni gregoriani ci sono esattamente 365 · 303 + 366 · 97 = 146097 giorni. Poiché 146097 è divisibile per 7, anche i giorni della settimana si ripetono uguali dopo 400 anni. Questo vuol dire che i calendari sono esattamente uguali: il calendario del 2000 è uguale a quello del 1600 e sarà uguale a quello del 2400, del 2800... Parallelamente alla riforma del calendario, pur mantenendo la regola per il calcolo della Pasqua dettata dal Concilio di Nicea, venne stabilito che la data del primo plenilunio di primavera fosse computata col sistema delle epatte, ideato da Luigi Lilio (ideatore della riforma gregoriana), anziché con il metodo di Dionigi il Piccolo fino ad allora seguito dalla Chiesa. Per i dettagli si veda la voce specifica. Il calendario gregoriano guadagna un giorno rispetto a quello giuliano ogni volta che "salta" l'anno bisestile: così la differenza, che era di 10 giorni nel 1582, è diventata di 11 giorni nel 1700, di 12 nel 1800 e di 13 nel 1900; nel 2100 diventerà di 14 giorni, nel 2200 di 15, e così via. Alla ricerca di una maggior precisione Per migliorare ulteriormente l'accuratezza del calendario gregoriano, John Herschel (1792-1871) ha proposto di non considerare bisestili gli anni multipli di 4000, cioè 4000, 8000, 12000... In questo modo ci sarebbero 969 anni bisestili ogni 4000; la durata media dell'anno corrispondente è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 50 secondi circa. L'errore verrebbe così abbassato a soli circa 4 secondi in eccesso ogni anno (un giorno ogni 20000 anni). Ancora più precisa è la riforma sovietica del calendario giuliano: gli anni multipli di 100 sono bisestili se, prendendo il numero dei secoli e dividendolo per 9, il resto è 2 oppure 6. In questo modo ci sono 218 anni bisestili ogni 900 anni; la durata media dell'anno risulta di 365 giorni e 218/900 = 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 48 secondi. La differenza rispetto all'anno solare è così di soli 2 secondi. Infine una corrispondenza esatta con la durata media dell'anno tropico, convenzionalmente pari a 365.2422 giorni, si ottiene non considerando bisestili sia gli anni multipli di 4000, sia quelli multipli di 10000. Cioè non sarebbero bisestili gli anni 4000, 8000, 10000, 12000, 16000, 20000... In questo modo infatti vi sono 4844 anni bisestili ogni 20000: 4844/20000 = 0,2422. La ricerca di un calendario "perfetto" è utopistica. Attualmente infatti possiamo calcolare con esattezza infinitesimale la lunghezza di un anno, ma tale lunghezza non è costante su lunghi periodi. L'orbita terrestre infatti, a causa dell'interazione gravitazionale con gli altri pianeti, cambia lentamente (in particolare cambia la sua eccentricità), e la durata dell'anno varia di conseguenza. Inoltre, a causa dei fenomeni di marea la rotazione terrestre sta rallentando, e quindi la lunghezza del giorno aumenta, anche se di poco. Negli ultimi decenni, perciò, è entrato in uso l'inserimento, quando necessario, di un secondo aggiuntivo alla mezzanotte del 31 dicembre, in modo da mantenere sostanzialmente allineato il giorno astronomico con quello civile. Questi secondi aggiuntivi (23 dal 1972 al 2005, ma continuano ad essere applicati) "quando necessario", necessariamente alterano la durata media dell'anno gregoriano. La situazione attuale è quindi quella di non cercare proporzioni matematiche più accurate e maggiormente corrispondenti alla realtà fisica, ma di correggere il computo del tempo mediante l'aggiunta di un secondo, quando la discordanza raggiunge tale valore; tale fatto risulta accettabile per la maggior parte degli usi comuni della unità di misura del tempo. Numerazione degli anni Il calendario gregoriano continua la numerazione degli anni di quello giuliano: tale numerazione conta gli anni a partire dalla nascita di Gesù, che secondo i calcoli di Dionigi il Piccolo, avvenne nell'anno 753 Ab Urbe condita (dalla fondazione di Roma). Gli anni successivi alla nascita di Gesù sono indicati con la sigla d.C., cioè "dopo Cristo", o e.v., cioè "era volgare" (nei paesi di lingua inglese si usa invece la sigla A.D., cioè "Anno Domini", oppure C.E., common era; nella ex-DDR si usava indicare l'anno con il più "laico" "u. Z.", ovvero unserer Zeitrechnung, "del nostro computo del tempo"). Quelli precedenti invece con la sigla a.C., cioè "avanti Cristo", o a.e.v., cioè "avanti era volgare" (nei paesi di lingua inglese B.C., before Christ, oppure B.C.E., before common era; nella ex-DDR "v. u. Z.", vor unserer Zeitrechnung, "prima del nostro computo del tempo"). Poiché Dionigi chiamò "anno 1" il primo anno dell'era cristiana, non esiste un "anno zero": il problema dellanumerazione degli anni precedenti alla nascita di Cristo non fu affrontato da Dionigi, e solo in epocasuccessiva sistabilì di chiamare l'anno precedente all'1 d.C. come 1 a.C.. La data tradizionale per la nascita di Gesù è quindi il 25 dicembre dell'1 a.C., una settimana prima che iniziasse l'1d.C. Questa datazione è oggi oggetto di dibattito: alcuni scrittorisostengonoche i calcoli di Dionigi sarebbero errati, e la data di nascita di Gesù si porrebbe fra il 7 e il 4 a.C. Queste tesi implicherebbero tuttavia un errore anche nella tradizione che afferma in 33 anni l'età di Gesù al momento della sua crocefissione: dato che il Vangelo di Luca afferma infatti che la predicazione di Giovanni Battista ebbe iniziò "nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare" e cioè nel 29, e che la successiva predicazione di Gesù durò almeno tre anni, anticipare la nascita di Gesù di sette anni rispetto ai calcoli di Dionigi significa affermare che Gesù morì all'età di circa 40 anni. Gli astronomi usano a volte una numerazione in cui gli anni avanti Cristo sono indicati con numeri negativi. Questa numerazione non salta lo zero: perciò l'anno -N non corrisponde all'anno N a.C., bensì all'anno N+1 a.C. (cioè l'anno 0 è l'1 a.C., l'anno -1 è il 2 a.C., e così via). |
Il calendario giuliano è un calendario solare, cioè basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. Esso fu da allora il calendario ufficiale di Roma e dei suoi dominii; successivamente il suo uso si estese a tutti i Paesi d'Europa e d'America, man mano che venivano cristianizzati. Nel 1582 è stato sostituito dal calendario gregoriano per decreto di papa Gregorio XIII; diverse nazioni tuttavia hanno continuato ad utilizzare il calendario giuliano, adeguandosi poi in tempi diversi tra il XVIII e il XX secolo. Alcune Chiese facenti parte della Chiesa ortodossa tuttora usano il calendario giuliano come proprio calendario liturgico. Il calendario giuliano è anche alla base del calendario berbero tradizionale del Nordafrica. Anni bisestili Nel calendario giuliano si utilizzano gli anni bisestili per compensare il fatto che la durata dell'anno tropico (o anno solare) non è data da un numero intero di giorni. Il giorno in più si aggiunge dopo il 24 febbraio (sexto die ante Kalendas Martias nella lingua latina). Va ricordato che i romani avevano l'abitudine di contare i giorni mensili sottraendoli a determinate festività, come le Idi e le Calende, contando anche il giorno di partenza; quindi tra il 24 febbraio ed il 1º marzo (che coincide con le Calende di marzo) ci sono appunto 6 giorni (24-25-26-27-28-1). Negli anni bisestili, con febbraio di 29 giorni, il giorno 24, che era "sexto die", sarebbe diventato "septimo die". Ma dato che "septimo die" era il giorno 23, non potendo chiamare il 24 "septimo die" lo chiamarono "bis sexto die". Di qui il nome di "anno bisestile". Sosigene stabilì che un anno ogni quattro fosse bisestile: in questo modo la durata media dell'anno giuliano risultava di 365 giorni e un quarto. Ne consegue che il calendario giuliano è ciclico ogni 4 anni equivalenti a 365 × 4 + 1 = 1.461 giorni; considerando anche i giorni della settimana, allora il calendario giuliano è ciclico ogni 1.461 × 7 = 10.227 giorni che equivalgono a 4 × 7 = 28 anni (questo perché 1.461 non è divisibile per 7). La differenza con l'anno tropico risulta così di soli 11 minuti e 14 secondi circa, una precisione molto accurata per l'epoca. Questa differenza, pari a circa un centesimo di giorno, si accumulava però col passare dei secoli, per cui la data d'inizio delle stagioni si spostava man mano all'indietro (si perdeva un giorno ogni 128 anni circa). Questo fenomeno era ben noto agli astronomi medievali; Dante vi accenna nella Divina Commedia: « Ma prima che gennaio tutto si Per questo motivo nel 1582 fu introdotto il calendario gregoriano, che riduce l'errore a soli 26 secondi (un giorno ogni 3.323 anni circa). Secondo l'odierna numerazione degli anni (quella del calendario gregoriano), dopo la nascita di Cristo sono bisestili gli anni il cui numero è divisibile per 4. Prima di Cristo, invece, sono bisestili gli anni per cui la divisione dà come resto 1: infatti, poiché non esiste l'anno zero, l'anno 1 a.C. precede di quattro anni il 4 d.C. Il primo anno bisestile fu il 45 a.C., anno in cui il nuovo calendario entrò in vigore. Questo è talvolta chiamato l'anno della confusione, in quanto si dovettero aggiungere 85 giorni per compensare gli errori accumulati in passato e riportare l'equinozio primaverile al 25 marzo. Allo scopo furono aggiunti due mesi fra novembre e dicembre, uno di 33 giorni e l'altro di 34, oltre al mese di febbraio. Questa confusione ebbe varie ripercussioni nei successivi 50 anni fino a circa l'8 d.C. Infatti dopo la morte di Giulio Cesare (44 a.C.) si commisero vari errori facendo diventare bisestili alcuni anni che non lo dovevano essere e saltando quelli corretti. Fu poi Augusto nell'8 a.C. a sistemare l'errore ordinando che per un certo numero di anni non ci fossero più anni bisestili. Le cose vennero ripristinate alla normalità dall'8 d.C. in poi. Non vi è unanimità di vedute riguardo quali anni siano effettivamente stati bisestili prima del riordino Augusteo; un'ipotesi semplice prevede che essi siano stati 45 a.C., 42 a.C., 39 a.C., 36 a.C., 33 a.C., 30 a.C., 27 a.C., 24 a.C., 21 a.C., 18 a.C., 15 a.C., 12 a.C., 9 a.C., 8. Sarebbe cioè stata fraintesa l'indicazione di inserire un anno bisestile ogni tre anni normali, inserendolo invece ogni tre anni compreso quello bisestile (cioè uno ogni tre invece che uno ogni quattro). Mesi e giorni La riforma giuliana, in sostanza, riprendeva il calendario egizio riformato dal decreto di Canopo e fissava l'inizio dell'anno il 1º gennaio, mentre prima era il 1º marzo (infatti i mesi di quintile - oggi luglio -, sestile - agosto -, settembre, ottobre, novembre e dicembre derivavano i loro nomi dall'essere rispettivamente il quinto, sesto, settimo, ottavo, nono e decimo mese dell'anno). I nomi dei mesi del calendario giuliano sono quelli derivanti dall'antico calendario romano, con alcune modifiche introdotte dagli imperatori: 1. Ianuarius: mese dedicato a Ianus (Giano), dio bifronte, che segnava simbolicamente il passaggio dall'anno precedente a quello successivo. Ianua in latino significa "porta", altro riferimento al cambiamento dell'anno. Il settimo mese (quintilis) fu dedicato a Giulio Cesare nel 44 a.C. per iniziativa di Marco Antonio, l'ottavo (sextilis) a Ottaviano Augusto nell'8 a.C. (Lex Pacuvia de mense augusto). Alcuni testi datano il cambiamento di nome di agosto al 26 o al 23 a.C. ma la data della Lex Pacuvia è certa. Alcuni affermano che originariamente febbraio avesse 29 giorni, e che da marzo in poi si alternassero regolarmente mesi di 31 e 30 giorni; ma come ulteriore atto di omaggio ad Augusto, fu decretato anche di aggiungere un giorno ad agosto (che, secondo questa tesi, aveva 30 giorni) togliendolo a febbraio, e invertendo la durata degli ultimi quattro mesi per non avere tre mesi consecutivi di 31 giorni. Altri cambiamenti di nome dei mesi non sopravvissero. Caligola chiamò "germanico" settembre, Nerone chiamò "claudio" maggio e "germanico" giugno, e Domiziano chiamò "germanico" settembre e "domiziano" ottobre. Anche Carlo Magno avrebbe tentato di dare nuovi nomi ai mesi: wintarmanoth, hornung, lentzinmanoth, ostarmanoth, winemanoth, brachmanoth, heuvimanoth, aranmanoth, witumanoth, wintumanoth, windumemanoth, herbistmanoth e heilagmanoth. Il modo di contare i giorni continuò nella tradizione romana, cioè contando i giorni che mancavano ad alcune festività fisse (Calende, None e Idi), fino a che i Visigoti introdussero l'abitudine di assegnare un numero progressivo ai giorni, metodo che però divenne ufficiale solo con Carlo Magno. Con il Cristianesimo, inoltre, invalse l'abitudine popolare di indicare il giorno con il nome del santo che in esso si venerava: questa usanza si mantenne fino all'etàmoderna. Nel 321 l'Imperatore Costantino introdusse la settimana di sette giorni: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. Inoltre decretò che fosse la domenica (dies solis) giorno di riposo dedicato a Dio, invece del sabato, tradizionale non solo per gli Ebrei ma anche per i gentili in quanto se Gesù era morto il sesto giorno della settimana ebraica, doveva essere resuscitato la domenica. D'altro lato si soddisfaceva anche un'altra religione molto popolare: il culto di Mitra, dio dei patti e dell'amicizia nella religione persiana del periodo vedico che adorava il sole. Si ricorda infine che la settimana di sette giorni già si trovava nel Calendario egizio. Il calendario ortodosso Le tredici festività maggiori sono: Il calendario giuliano è seguito soprattutto dalla Chiesa Serba, Macedone, Russa, Georgiana e di Gerusalemme. |
Il calendario maya è il calendario che veniva utilizzato dai Maya e da altri popoli dell'America centrale (Aztechi e Toltechi). Si tratta di un calendario molto elaborato, basato su più cicli di durata diversa: • il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni. Ad esempio, la data del 5 luglio 2006, espressa nel calendario maya, è: 9 Caunac (Tzolkin), 12 Tzec (Haab), 12.19.13.7.19 (Lungo computo). Il ciclo Tzolkin Il ciclo Tzolkin, lungo 260 giorni, era un calendario religioso basato su due cicli più brevi, uno di 13 giorni e un altro di 20. La combinazione di questi due cicli formava un ciclo di 260 giorni (13×20 = 260) , il ciclo Tzolkin appunto. Ogni giorno entrambi i cicli avanzavano di uno. Il primo ciclo seguendo una sequenza numerata da 1 a 13. Il secondo seguendo una sequenza di nomi: Ahau, Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Etznab, Caunac. La sequenza risultante era quindi: 1 Ahau, 2 Imix, 3 Ik, 4 Akbal, eccetera. Arrivati a 13 Eb si riprendeva a contare da 1, ma la successione dei nomi continuava: 1 Ben, 2 Ix, 3 Men, eccetera. Allo stesso modo, terminata la serie dei nomi con il 7 Caunac, si ripartiva da Ahau senza azzerare la numerazione: 8 Ahau, 9 Imix, 10 Ik, e così via. (Quindi i giorni con lo stesso nome non si succedevano con una numerazione progressiva, come accade nei calendari in cui i giorni sono raggruppati per mese, ma secondo la posizione che occupavano nel ciclo di 13 giorni, la sequenza quindi era: 1, 8, 2, 9, 3, 10, 4, 11, 5, 12, 6, 13, 7.) I giorni con lo stesso nome e lo stesso numero si ripresentavano quindi dopo un intero ciclo Tzolkin, cioè ogni 260 giorni (essendo 260 il minimo comune multiplo tra 13 e 20). Il ciclo Haab Il ciclo Haab, lungo 360 giorni, era un calendario civile legato al ciclo delle stagioni. Era composto da 18 "mesi" di 20 giorni, con i seguenti nomi: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku. A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si raggiungeva la durata di 365 giorni: questi 5 giorni erano considerati particolarmente sfortunati. I giorni del mese erano numerati da 0 a 19: i maya infatti conoscevano lo zero, probabilmente secoli prima che venisse indipendentemente scoperto in India. Le date del ciclo Haab e quelle del ciclo Tzolkin ritornavano a corrispondere tra loro ogni 52 cicli Haab, pari a 73 cicli Tzolkin, pari a 18980 giorni: 18980 è infatti il minimo comune multiplo tra 365 e 260. Il giorno iniziale di questo periodo era il 4 Ahau (Tzolkin) 8 Cumku (Haab). Il Lungo computo Non si usava numerare gli "anni" né del ciclo Tzolkin, né del ciclo Haab. Invece si utilizzava il Lungo computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste "cifre" si scrivono da sinistra a destra, come per i numeri arabi (quelli che usiamo normalmente); nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.18 (corrispondente al 5 luglio 2006). Il primo giorno del lungo computo era il 13.0.0.0.0 , data che si ripeterà il 21 Dicembre 2012. L'unità più piccola del Lungo computo era il giorno, detto K'in. I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi: • 20 giorni (prima cifra): uinal Secondo i maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il ciclo attualmente in corso, che secondo la mitologia maya è il quarto, è iniziato il 11 agosto 3113 a.C. ed è molto vicino al termine: il nuovo ciclo inizierà il 21 dicembre 2012. Il Lungo computo dei calendari mesoamericani è alla base di una credenza New Age, prevista per la prima volta da José Argüelles, che un cataclisma avverrà il giorno 21 dicembre 2012 o in vicinanza ad esso, una previsione considerata sbagliata dalla corrente principale degli studiosi degli antichi Maya, eppure è comunemente citata nei mezzi di comunicazione di cultura popolare come il problema del 2012. "Per gli antichi Maya, si doveva tenere un'enorme celebrazione alla fine di un intero ciclo" dice Sandra Noble, la executive director della Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, Inc. a Crystal River in Florida. "Rendere il 21 dicembre 2012 come un Giorno del giudizio o un momento di cambiamento cosmico" dice "è una completa invenzione e una possibilità per molte persone di fare profitto". Il calendario Maya nella cultura popolare Ben prima che diventasse "di moda" parlare del lungo computo del calendario Maya e della sua prossima fine nel 2012 gli scrittori e sviluppatori della casa statunitense di giochi di ruolo e da tavolo FASA decisero (nel 1988-89) di basare su di esso un importante "metaplot" che doveva unire alcuni dei loro principali prodotti, fra cui i giochi di ruolo Earthdawn, Shadowrun e altri ancora. La FASA stabilì che ogni gioco avesse luogo in una diversa "era", in una scansione che procedeva di cinquemila in cinquemila anni dettata proprio dal lungo computo Maya. Le grandi differenze di ambientazione fra i vari giochi venivano spiegate col fatto che a ogni computo erano legate diverse "regole" della realtà e della natura, che rendevano per esempio possibile l'esistenza della magia o perfino (in Shadowrun) la sua coesistenza con la tecnologia. Calcolo del calendario maya Il programma GNU Emacs contiene la funzione di calcolo del calendario maya (e di diversi altri calendari). Occorre per prima cosa aprire il calendario con il comando "M-x calendar" (la notazione "M-x" significa "premere contemporaneamente i tasti Meta - ovvero, di default, Alt - e x"; il tasto Meta sulle comuni tastiere da PC corrisponde al tasto Alt), oppure con il mouse selezionando "Display calendar" dal menu "Tools"; quindi si porta il cursore sul giorno di cui si vuole conoscere la data maya, e si dà il comando "p m" o "M-x calendar-print-mayan-date", oppure si preme il tasto mediano (o la rotellina) del mouse e si seleziona "Other calendars". È possibile anche cercare una specifica data del calendario maya ("g m l" per una data del Lungo computo). Si tenga presente che GNU Emacs usa il calendario gregoriano anche per le date precedenti al 15 ottobre1582, e che non mostra le date antecedenti al 1º gennaio 1 (3 gennaio 1 nel calendario giuliano, 7.17.18.13.3 nel Lungo computo). |
Il calendario egizio è un calendario composto da tre stagioni di quattro mesi di 30 giorni ciascuno, per un totale, quindi, di 360 giorni. Alla fine dell'anno vengono aggiunti 5 o 6 giorni, detti epagomeni. Origini: il calendario nilotico Il calendario egizio era nato nell'Antico Egitto principalmente per regolare i lavori agricoli. Gli egiziani definivano il loro anno (renpet) come il tempo necessario per il raccolto. I contadini quindi utilizzavano come inizio dell'anno il giorno dell'arrivo a Menphi della piena del fiume Nilo, evento che si verificava attorno al 20 giugno, ma è suscettibile di importanti ritardi o anticipi. L'esigenza di definire in modo accurato la durata dell'anno portò all'introduzione di altri calendari, talora utilizzati simultaneamente benché potessero adottare come capodanno giorni estremamente diversi e perciò gli storici hanno tuttora grandi difficoltà nell'interpretare il reale significato di antiche date egizie. Il calendario civile vago Il principale calendario, quello civile era costituito da 365 giorni esatti e perciò differiva di circa un quarto di giorno dalla durata reale dell'anno solare. In pratica il capodanno anticipava di un giorno ogni 4 anni. Il fatto che la posizione del capodanno fosse variabile è il motivo per cui questo calendario viene detto vago, dal latino annus vagus. Un giorno ogni quattro anni, un mese ogni 120 anni; servivano 1460 anni (4 × 365) del calendario giuliano, prima che l'inizio dell'anno civile ritornasse a coincidere con l'inizio dell'anno giuliano. In altre parole 1460 anni giuliani contengono 1461 anni del calendario egiziano civile. La posizione del capodanno egizio entro il calendario giuliano si ricava facilmente da diversi antichi scrittori. Ad esempio Tolomeo nell'Almagesto dice che esso era caduto il 21 luglio nell'anno 135 e ne dà conferma un secolo dopo Censorino, scrivendo che il capodanno era caduto il 20 luglio nel 138-139.[1] Nel 22 a.C., invece, il nuovo anno iniziò il 29 agosto giuliano. Il calendario alessandrino Per rimediare a questo continuo slittamento del capodanno anche in Egitto si pensò di aggiungere un giorno ogni quattro anni, realizzando cioè lo stesso tipo di riforma che è alla base dell'introduzione degli anni bisestili nel calendario giuliano. Il primo tentativo in questo senso ebbe luogo nel 238 a.C., quando Tolomeo III con il decreto di Canopo ordinò di aggiungere un sesto giorno epagomeno ogni quattro anni in modo da conservare l'allineamento del calendario civile con quello solare. Secondo quasi tutti gli studiosi, però, la riforma del calendario non ebbe attuazione pratica sino al regno di Augusto, quando venne reintrodotta nell'ultimo anno del quadriennio 25-22 a.C., quando la data del capodanno vago era il 29 agosto. L'anno 22 a.C. fu quindi il primo anno di attuazione della riforma e il 29 agosto diventò il sesto giorno epagomeno, mentre il capodanno fu spostato al 30. Da allora in poi inizia la sequenza degli anni di 366 giorni: Sino all'anno 1 a.C. restarono alcune difficoltà nella corrispondenza fra calendario alessandrino e calendario giuliano, per il quale inizialmente il giorno bisestile veniva introdotto ogni tre anni anziché quattro. Da allora in poi l'anno in cui veniva aggiunto il sesto giorno epagomeno era seguito dall'anno bisestile giuliano. Quando, perciò, il capodanno cadeva il 30 agosto restava un disallineamento di un giorno rispetto alla normale corrispondenza dei due calendari sino al febbraio successivo, quando anche il calendario giuliano aggiungeva un giorno. Nonostante la riforma augustea il calendario civile vago continuò ad essere molto usato nei secoli successivi. Suddivisione dell'anno civile (dopo la riforma augustea) L'anno civile, come si è detto, era diviso in tre stagioni: Akhet, «inondazione» (3ḫt, dal 29 agosto al 26 dicembre) Ogni stagione comprendeva quattro mesi da trenta giorni ciascuno. Inoltre ogni mese era suddiviso in tre decadi. I cinque o sei giorni restanti furono detti giorni epagomeni. Originariamente i mesi del calendario egizio non avevano nome e venivano identificati come il 1º, il 2º, il 3º ed il 4º mese di ogni stagione. Solo nel periodo ellenistico venne dato un nome ad ogni mese dell'anno e molti di questi nomi erano riferiti alle festività del vecchio calendario egizio. L'anno, quindi, era suddiviso come segue (la corrispondenza con il calendario giuliano è quella valida dopo la riforma augustea negli anni di 365 giorni):
Quando c'è un anno di 366 giorni (in cui il 29 agosto è il sesto giorno epagomeno), l'anno successivo inizia il 30 agosto e tutte le date della tabella precedente comprese fra 29 agosto e 24 febbraio (estremi compresi) devono essere incrementate di un giorno. Tabelle di conversione di date del calendario vago in date giuliane furono pubblicate per la prima volta da Teone di Alessandria al principio del IV secolo. Per il periodo ellenistico e sino al termine del regno di Augusto tabelle, comprendenti anche la correlazione con gli anni di regno dei diversi sovrani, sono pubblicate sul WEB da Chris Bennett. Per il periodo imperiale si può procedere semplicemente come segue: • dividere per 4 l'anno e aggiungere 6 in modo da ottenere i giorni di scorrimento accumulatisi fra calendario vago e calendario alessandrino; Ad esempio il capodanno del 139 (e di tutto il quadriennio 136-139) ha uno scorrimento di 34 + 6 = 40 giorni. Nel calendario alessandrino il capodanno cade il 29 agosto. Anticipando di 40 giorni si ottiene il 20 luglio. Il ciclo sotiaco Accanto al calendario vago vi era anche un calendario sotiaco, più preciso, basato sul ciclo del sistema di Sirio, la stella della costellazione del Cane, dedicata ad Iside e detta Soped dagli egiziani e Sothis dai greci. Sirio aveva la caratteristica di non alzarsi sull'orizzonte per 70 giorni ogni anno, fino a quando ricompariva nell'aurora, prima che la luce del sole la cancellasse. La levata eliaca si verifica quasi esattamente dopo 365 giorni e 6 ore (365,25 gg.) dalla precedente, proprio la lunghezza dell'anno del calendario giuliano. In realtà, però l'anno solare è leggermente più corto (365,2422 giorni), appena una decina di minuti in meno. Questa piccola differenza, che è all'origine anche del calendario gregoriano, fa si che la levata eliaca ritardi di un giorno circa ogni 128 anni. La levata eliaca di Sirio dovrebbe oggi cadere al 2-3 agosto; dato, però, che essa dipende dalla latitudine, al Cairo si verifica circa il 5 d'agosto. Ai primordi della civiltà egiziana la levata eliaca coincideva approssimativamente sia con l'inizio più probabile della piena annuale del Nilo (e quindi anche con l'inizio dell'anno nilotico) sia col solstizio d'estate. Anni di concordanza tra il capodanno sotiaco e quello civile vago Dato che l'anno civile, come si è detto, era più corto dell'anno sotiaco di circa 1/4 di giorno, ogni 4 anni rimaneva indietro di un giorno. I due calendari si riallineavano solo dopo un ciclo sotiaco, la cui durata è di 1460 anni. Si osservi però che ciò non avveniva nello stesso giorno solare, in quanto nel corso di un ciclo sotiaco la levata eliaca ritardava di circa 11,4 giorni. Agli inizi del XX secolo l'egittologo Eduard Meyer suggerì che il calendario egizio sia stato adottato, dando così inizio alla storia egizia, proprio in corrispondenza di uno di questi anni di riallineamento dei due calendari, altrimenti con che criterio sarebbe stato stabilito il primo capodanno civile? Una data sicura, nella quale i due cicli coincisero è il 20 luglio del 139 e questo fatto è ricordato da Censorino (vi è, però, una minima incertezza nel giorno, da anticipare o posticipare di una unità, in relazione a difficoltà di interpretazione del significato del testo di Censorino). Tenendo presente il punto fisso fornito da Censorino nel 139 e risalendo a ritroso nel tempo di qualche ciclo, possiamo individuare in quali date l'evento si è ripetuto. Abbiamo così il 1321 a.C. poi 2781, 4241, 5701 e il 7161, sempre a.C., quando possiamo anche fermarci. Quale di queste date sarebbe stata l'avvio del calendario egizio? La questione ha appassionato gli studiosi dando luogo a soluzioni molteplici. Le datazioni di Manetone, sembrano affermare che l'unificazione risalga a prima del 5701 a.C., quando si verificò la coincidenza dei due cicli e fu adottato il calendario Egizio. Attorno a questa data, inoltre la levata eliaca di Sirio coincideva effettivamente con le piene del Nilo. Meyer e poi Petrie hanno suggerito una scelta mediana, proponendo di arretrare la fine della XII dinastia di un solo ciclo sotiaco, 1460 anni, facendo risalire l'inizio dei Regni dinastici al 4241 a.C., ma la proposta non è stata accolta dalla maggioranza degli studiosi, che continuano a preferire cronologie molto più brevi. Il calendario luni-stellare Diversi studiosi sostengono che il calendario originale egizio fosse un calendario lunare, ancorato all'anno sotiaco proprio grazie all'utilizzo di giorni epagomeni. Il calendario lunare era utilizzato soprattutto dai sacerdoti. Le lunazioni, che durano circa 29,5 giorni, prendevano nome dal mese in cui si verificavano. Alcuni anni potevano esserci tredici lunazioni se ne capitava una durante un giorno epagomeno oppure si verificava la luna blu, cioè una doppia lunazione nei giornoi 1 e 30 dello stesso mese. Il calendario lunare si riallineava periodicamente col calendario solare: L'errore residuo era stimato in un intero giorno solare in eccesso, ma in realtà è solo di 5 ore e 55 minuti. |
Il calendario cinese è un calendario lunisolare, che incorpora cioè elementi sia dei calendari solari che di quelli lunari, usato anticamente dall'Impero Cinese e da molti altri popoli dell'Asia. Al giorno d'oggi la Repubblica popolare cinese e la maggior parte dell'Asia orientale adottano ufficialmente il calendario gregoriano; il suo "antenato", il calendario giuliano, era già conosciuto e utilizzato in Cina fin dai tempi di Marco Polo. L'antico calendario cinese continua tuttavia ad essere osservato soprattutto per le festività. Il calendario cinese è simile per molti aspetti al calendario lunisolare ebraico; Anch'esso prevede, infatti, anni comuni, composti da 12 mesi e lunghi 353, 354 o 355 giorni, e anni embolismici, composti da 13 mesi e lunghi 383, 384 o 385 giorni. Il ciclo dei mesi L'inizio di ogni mese avviene ad ogni fase di luna nuova, considerata tale dai cinesi nel momento della congiunzione fra la Luna e il Sole, ovvero quando la Luna è completamente invisibile per le zone in prossimità delle coste orientali della Cina, sul meridiano a circa 120 gradi est di Greenwich. Nella definizione dei mesi, è importante la definizione di termine principale: è la data in cui il Sole, nel suo moto apparente attorno alla Terra, percorre un angolo multiplo di trenta gradi; l'angolo di zero gradi è definito dalla posizione del Sole il giorno dell'equinozio di primavera. Il termine principale 1 si ha quando la longitudine del Sole è di 330 gradi, il termine principale 2 quando essa è di 0 gradi, il termine principale 3 a 30 gradi, e così via. Ogni meseprende il numero del termine principale in esso contenuto. Nel caso in cui capiti che un mese contenga due termini principali, non si tiene conto del secondo. Tuttavia il termine principale 11, che coincide col solstizio d'inverno, deve sempre cadere nel mese numero 11. Quando si hanno 13 lune piene tra l'undicesimo mese di un anno e l'undicesimo mese dell'anno successivo (ovvero tra un solstizio d'inverno e il successivo), l'anno che segue sarà lungo 13 mesi. Poiché in tale anno c'è almeno un mese che non contiene nessun termine principale, il mese successivo a questo diventa il mese aggiuntivo, che porta lo stesso numero del mese precedente. Il ciclo degli anni Nel calendario cinese gli anni sono contati seguendo un ciclo di 60 anni che si chiama Ganzhi. Fino al 1911 venivano contati partendo dal momento dell'ascesa al trono di ogni imperatore. Ad ogni anno viene assegnato un nome composto da due parti: una radice celeste e un ramo terrestre. Le parole che costituiscono la prima parte del nome sono dieci: Le parole che costituiscono la seconda parte, quella terrestre, sono le seguenti dodici: I nomi degli anni vengono creati partendo dal primo nome celeste e dal primo terrestre, e utilizzando successivamente i secondi, i terzi, ecc. delle due liste; quando si arriva all'ultimo di una delle due liste, si ricomincia dal primo di quella lista. In questo modo è possibile costruire 60 combinazioni, ossia 60 nomi di anni, che sono quelli che compongono un ciclo completo. Si usa contare questi cicli sessantennali a partire dal 2637 a.C., quando, secondo la tradizione, il calendario cinese fu inventato (in realtà dovrebbe avere circa duemila anni). Ecco ora una tabella che illustra i nomi di alcuni anni a noi vicini: Va comunque precisato che gli anni del calendario cinese non coincidono esattamente con quelli del calendario gregoriano, poiché varia necessariamente la data del capodanno: precisamente, il capodanno cinese, Hsin Nien, che dura quattro giorni, cade in coincidenza della prima luna nuova dopo l'entrata del Sole nel segno dell'Acquario, ossia nel momento in cui inizia il mese numero 1. Per questa ragione l'inizio dell'anno cinese cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano. |
Il calendario ebraico ( ירבעה חולה ) è un calendario lunisolare, cioè calcolato su base sia solare che lunare. L'anno è composto di 12 o 13 mesi di 29 o 30 giorni ciascuno. Le festività ebraiche sono definite in relazione al calendario ebraico: poiché alcune di queste sono legate strettamente alla stagione, esse devono cadere nella stagione giusta. Il calendario ebraico deriva dal calendario babilonese, con il quale gli ebrei vennero in contatto nel VI secolo a.C. Originariamente la durata dei mesi non era stabilita in anticipo, ma l'inizio di ogni mese veniva fissato tramite l'osservazione diretta della Luna nuova; nel 358 il sommo sacerdote Hillel II codificò un sistema matematico che fissa l'inizio dei mesi e la durata degli anni in base a regole di calcolo precise e immutabili. Secondo la tradizione della Torah, data a Mosè sul Monte Sinai, i giorni festivi vennero decisi dal Sinedrio secondo l'osservazione della fase lunare di Rosh Chodesh, il capomese lunare, e ciò sino a quando il Messia rivelerà i giorni esatti corrispondenti alle ricorrenze; il decreto del Sinedrio è accettato anche da Dio nel tribunale celeste. Lo Shabbat è comunque stabilito in Cielo e non potrebbe corrispondere a nessun altro giorno: infatti la manna venne distribuita in doppia misura proprio prima dello Shabbat, quando essa non scendeva dal cielo, così ché gli Ebrei potessero anche essere certi della correttezza del calcolo dello Shabbat; oltre a ciò si spiega che tutte le Nazioni sono abituate a contare una settimana composta da sette giorni fin dopo i primi giorni della vita di Adamo, padre di tutta l'Umanità. Il calendario ebraico è oggi il calendario ufficiale dello stato di Israele. Il ciclo degli anni Il calendario ebraico è basato sul ciclo metonico di 19 anni divisi tra normali (peshutim) ed embolismici (meubbarim) nei quali viene aggiunto un tredicesimo mese. Gli anni embolismici sono il 3º, il 6º, l' 8º. l'11º, il 14º, il 17º ed il 19º anno del ciclo. Se ne ricava che il ciclo è composto di 12 anni di 12 mesi (144 mesi) e da sette anni di 13 mesi (91 mesi) per complessivi 235 mesi lunari. Il tredicesimo mese si chiama Adar Sheni. Il mese lunare dura circa 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi (il valore usato per i calcoli è 29 giorni, 12 ore e 793/1080 di ora, con uno scarto di pochi decimi di secondo). L'anno solare, invece, dura circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Da questo deriva che nell'arco di un anno il calendario lunare di 12 mesi resta indietro di circa 10 giorni e 21 ore rispetto a quello solare. Alternando anni di 12 e 13 mesi come specificato, però, si riesce a compensare quasi esattamente la differenza: lo scarto tra 19 anni solari e 235 mesi lunari è appena di 2 ore e 5 minuti circa, pari a circa 7 minuti per anno. Oggi si sa che la velocità della Luna è in continuo, anche se infinitesimale, aumento con una conseguente riduzione del periodo lunare: questo introduce un'ulteriore fonte di errore. Il ciclo dei mesi Come per gli anni anche i mesi possono avere durate differenti per compensare l'errore presente nella durata del ciclo lunare. Vi sono, quindi, i mesi completi (di 30 giorni) e quelli mancanti (di 29 giorni): in genere essi si alternano, ma vi sono delle eccezioni. La sequenza dei mesi del calendario ebraico è la seguente: Il mese di Adar Sheni - detto anche Veadar - è mancante negli anni normali, completo negli anni embolismici. I mesi di Chesvan e Kislev variano di durata a seconda del tipo di anno. Gli anni normali possono durare 353, 354 o 355 giorni; gli anni embolismici 383, 384 o 385. Il ciclo di 19 anni può durare da 6939 a 6942 giorni. Il calendario ebraico si ripete esattamente dopo un ciclo di 689.472 anni, pari a 251.827.457 giorni. La durata media dell'anno è quindi di circa 365,2468 giorni (365 giorni, 5 ore, 55 minuti e 25 secondi): la deviazione rispetto all'anno solare medio è di circa 6 minuti e 39 secondi, quindi il calendario ebraico rimane indietro di un giorno rispetto all'anno solare ogni circa 216 anni (per confronto, il calendario giuliano perde un giorno ogni 128 anni, quello gregoriano ogni 3323 anni). Il giorno e la notte Secondo il calendario ebraico, e l'ebraismo in generale, il giorno inizia con il tramonto. Nei primi versi della Genesi, infatti, si recita: « Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno » (Genesi 1;3-5) Da qui si deduce che l'inizio del tempo fosse nell'oscurità e terminasse con il sopraggiungere della nuova oscurità. L'istante esatto del tramonto è definito come il momento in cui il cielo è diventato abbastanza scuro perché vi si vedano tre stelle (evidentemente questa definizione può essere utilizzata in pratica soltanto quando il cielo non è coperto da nuvole). I giorni della settimana, nel calendario ebraico, non hanno nomi particolari ma vengono indicati con i numerali, dove il sabato viene considerato contemporaneamente il primo e l'ultimo giorno (giorno 0 o 7º) L'anno sabbatico Ogni sette anni cade un anno sabbatico, ovvero un anno durante il quale i campi devono essere lasciati a riposo, i crediti ed i debiti vengono annullati, gli schiavi ebrei recuperano la libertà. Questa usanza deriva da due passi della Torah: « Alla fine di ogni sette anni celebrerete l'anno di remissione. Ecco la norma di questa remissione: ogni creditore che abbia diritto a una prestazione personale in pegno per un prestito fatto al suo prossimo, lascerà cadere il suo diritto: non lo esigerà dal suo prossimo, dal suo fratello, quando si sarà proclamato l'anno di remissione per il Signore. Potrai esigerlo dallo straniero; ma quanto al tuo diritto nei confronti di tuo fratello, lo lascerai cadere » (Deuteronomio 15;1-3) ed ancora Oltre all'anno sabbatico, un altro anno particolare è comandato: il giubileo. Ogni 50 anni la libertà viene restituita a tutto il popolo, le proprietà tornano in mano agli originali padroni e i campi vengono lasciati riposare come nell'anno sabbatico. Questo precetto è descritto nel Levitico: « Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo. » (Levitico 25;10-13) Il capodanno Secondo il calendario ebraico esistono 3 occorrenze di Capodanno ognuna con un significato diverso. Il Capodanno, così come lo si considera nella cultura occidentale, si identifica con la festa di Rosh haShana che cade il primo giorno di Tishrì. Questo primo capodanno introduce ai dieci giorni penitenziali che precedono lo Yom Kippur durante i quali il popolo ebraico prende coscienza del proprio comportamento nell'anno precedente invocando la grazia al Signore. Un secondo capodanno cade il 15 di Shevat, in occasione di Tu BiShvat, il capodanno degli alberi che ha un richiamo prevalente all'anno agricolo. Il terzo capodanno, che cade il giorno 1 del mese di Nisan, la festa di Pesach, considerato come il capodanno religioso. È infatti con l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto che si forma una vera coscienza religiosa ebraica. Numerazione degli anni Il calendario ebraico conta gli anni a partire dalla presunta data della creazione, che in base alle indicazioni della Bibbia è stata calcolata dalla tradizione rabbinica al 3760 a.C. Precisamente l'anno 1 inizia il 6 ottobre 3761 a.C.; la creazione viene posta al 25 Elul o 25 Adar di tale anno (22 settembre o 29 marzo 3760 a.C.). Perciò ad esempio nel settembre dell'anno gregoriano 2010 inizia l'anno ebraico 5771. (Bisogna tener conto che non esiste l'anno zero.) Esempio di calcolo A titolo di esempio calcoliamo la data del capodanno (1 Tishri) che cade nell'anno gregoriano 2006. L'anno ebraico corrispondente è il 5767 (=2006+3761). Si utilizzano le seguenti regole: Occorre quindi calcolare il numero di mesi trascorsi dal capodanno dell'1 (6 ottobre 3761 a.C.) a quello del 5767. Inquesti 5766 anni ci sono stati 303 cicli metonici completi, più nove anni del 304.esimo ciclo (19×303 = 5757). Di questi ultimi nove anni, tre (il 3º, il 6º e l'8º) avevano 13 mesi, gli altri 12. Quindi il numero totale di mesi è: (235 è il numero di mesi del ciclo metonico). Moltiplicato questo numero per la durata del mese sopra indicata, e aggiungendo l'orario del punto di partenza (la prima luna nuova), si ottiene che la luna nuova che dà inizio all'anno 5767 cade esattamente 2106004 giorni dopo il 6 ottobre 3761 a.C., un'ora e 672 parti dopo il tramonto. Dobbiamo quindi calcolare a quale data del calendario gregoriano corrisponde. A questo scopo calcoliamo il numero dei giorni trascorsi dal 6 ottobre 3761 a.C. al 6 ottobre 2006: • anzitutto contiamo 365 giorni per ciascun anno. Quindi: Confrontando questo numero con quello precedente, vediamo che il 6 ottobre del 2006 segue di 14 giorni la luna nuova del mese di Tishri, che quindi cade il 22 settembre. Ora, il capodanno viene fissato in base a queste regole: Risultato finale: il capodanno ebraico del 5767 cade sabato 23 settembre 2006. Date del capodanno ebraico anno data giorni anno data giorni
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Il calendario cosmico nasce da un'idea del famoso astronomo e divulgatore americano Carl Sagan. Il calendario è formato da un unico anno terrestre, ma in questo arco temporale viene compressa la vita dell'intero universo (circa 14 miliardi di anni, secondo Sagan). Ne consegue un affascinante dimostrazione di quanto infinitesimale sia il tempo per come lo concepiamo noi oggi, basti pensare che soltanto nell'ultimo secondo di questo ipotetico anno dell'universo (e cioè gli ultimi cinque secoli della nostra storia), l'uomo ha sviluppato il 99% della tecnologia che oggi noi sfruttiamo. Usando, infatti, questa scala temporale, ogni secondo del calendario corrisponde a circa 444 anni terrestri e 31 dei suoi giorni corrispondono a circa un miliardo dei suoi anni. L'anno cosmico Big Bang • 1 gennaio - Big Bang Nascita della Vita • 2 ottobre - Nascita della vita sulla Terra. Dominio dei giganti • 22 dicembre - Compaiono gli anfibi e i primi insetti volanti. • 28 dicembre - Estinzione di massa K-T, muoiono molte forme di vita, compresi i dinosauri. Dominio dei primati Inizio della Storia • 31 dicembre Ore 23:59:50 - Fine della preistoria e inizio della storia. Imperi e Dei • 31 dicembre Ore 23:59:55 - Nascita di Buddha e Confucio. Viaggi e scoperte • 31 dicembre Ore 23:59:59 - Cristoforo Colombo scopre l'America. Rinascimento in Europa. Il secondo corrente • 31 dicembre Ore 24:00:00 - Inizio della cultura moderna, sviluppo di scienze e tecnologia, Rivoluzione francese, Prima guerra mondiale, Seconda guerra mondiale, primo uomo sulla Luna, esplorazione spaziale, ricerca di intelligenza extraterrestre. |
La stagione è ciascuno dei periodi in cui è suddiviso l'anno solare. Esistono diversi modi di definire una stagione: quelli utilizzati più comunemente sono la suddivisione meteorologica e quella astronomica. Secondo la suddivisione astronomica una stagione è l'intervallo di tempo che intercorre tra un equinozio ed un solstizio. Si distinguono quindi quattro stagioni: primavera, estate, autunno, inverno, ciascuna delle quali ha una durata costante e ben definita nel corso dell'anno, indipendente dalla latitudine e dalla collocazione geografica. La suddivisione meteorologica, invece, tiene conto dei mutamenti climatici e ambientali che avvengono in un dato luogo nel corso dell'anno, e per questo non coincide quasi mai con la suddivisione astronomica delle stagioni. Nelle zone temperate si distinguono in genere quattro stagioni approssimativamente simili a quelle astronomiche, ma la loro durata varia a seconda della latitudine e del microclima locale indotto dalla geografia circostante. Nelle regioni polari generalmente si distinguono due sole stagioni (spesso denominate Sole di mezzanotte e notte polare, oppure semplicemente estate e inverno) determinate dalla presenza o meno del sole sopra l'orizzonte. Infine nelle zone tropicali si preferisce suddividere l'anno in due parti, definendole stagione delle piogge e stagione secca (anche se spesso sono presenti anche una stagione calda e una fredda), determinate dai principali mutamenti climatici annuali che investono la regione.
Cause ed effetti Il fenomeno delle stagioni astronomiche, ovvero della diversa esposizione al calore e alla luce delle varie porzioni della Terra nell'arco di un anno, è causato dall'inclinazione della Terra sul proprio asse di rotazione. L'inclinazione dell'asse di rotazione della Terra determina il cambiamento delle stagioni andando a mutare l'angolo di incidenza dei raggi solari che raggiungono la superficie. Quando un emisfero si trova in inverno i raggi solari colpiscono la superficie con una minore inclinazione rispetto all'orizzonte; come conseguenza si ha un minore grado di irraggiamento, l'atmosfera e la superficie assorbono meno calore e tutto l'emisfero risulta più freddo. Viceversa, quando in un emisfero è estate, i raggi tendono al perpendicolo rispetto all'orizzonte e sia l'atmosfera che la superficie assorbono maggior calore, con un conseguente aumento di temperatura. L'effetto delle stagioni è sempre più evidente a mano a mano che dall'Equatore ci si sposta verso i Poli perché, a causa della diversa inclinazione della superficie terrestre rispetto ai raggi solari, la differenza di calore assorbito tra la condizione di massimo irraggiamento e quella di minimo irraggiamento diventa sempre più grande con l'aumentare della latitudine. Il ciclo delle stagioni di un emisfero è l'opposto di quello dell'altro. Quando è estate nell'emisfero boreale è inverno nell'emisfero australe e quando è primavera nell'emisfero boreale è autunno nell'emisfero australe. Stagioni astronomiche La linea dei solstizi e quella degli equinozi ad essa perpendicolare dividono l'ellisse dell'orbita terrestre in 4 zone, non identiche, corrispondenti alle stagioni astronomiche. Attualmente la linea dei solstizi forma un angolo di 10° con l'asse maggiore dell'ellisse ma, per il già citato fenomeno della precessione anomalistica la posizione di equinozi e solstizi lungo l'orbita terrestre è destinata a cambiare nel corso dei prossimi millenni. Per la Seconda Legge di Keplero la velocità areolare della Terra nella sua orbita attorno al Sole è costante, quindi significa che aree più grandi dell'ellisse sono coperte in tempi più lunghi. Siccome le quattro zone dell'ellisse comprese tra equinozi e solstizi non sono uguali, allora anche la durata della corrispondente stagione astronomica è differente:
Di norma, per convenzione meteorologica, alle medie latitudini temperate le stagioni meteorologiche (autunno, inverno, primavera, estate) sono sfasate in anticipo di circa 21-23 giorni rispetto a solstizi ed equinozi, mantenendo immutata la loro durata tipica di 3 mesi. Così, l'inverno inizia il 1º dicembre e termina il 28-29 febbraio anziché iniziare il 21 dicembre e terminare il 20 marzo, la primavera è compresa nell'arco che va dal 1º marzo al 31 maggio anziché dal 21 marzo al 21 giugno, l'estate va dal 1º giugno al 31 agosto anziché dal 21 giugno al 23 settembre, infine l'autunno è compreso nell'arco che va dal 1º settembre al 30 novembre anziché dal 23 settembre al 21 dicembre. La ragione di questa diversità tra stagioni meteorologiche e astronomiche sta ancora una volta nei mutamenti climatici annuali, o per meglio dire nell'assestamento in regime di diversità che circolazione atmosferica e radiazione solare incidente statisticamente hanno in corrispondenza di detti periodi, al punto da identificarli appunto con le stagioni. Con questa suddivisione, inoltre, i mesi statisticamente più freddi e più caldi (gennaio e luglio) vengono a cadere nel mezzo ovvero come mese centrale della rispettiva stagione meteorologica. Etimologia delle Stagioni
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